Come creare un prodotto di turismo rurale e sostenibile per agriturismi e cantine

Alessio Neri

Che ci sia una tendenza di crescita continua verso le proposte di turismo rurale non è ormai mistero per nessuno. Ne avevamo scritto in qualche modo già quando eravamo chiusi in casa durante i lock down del Covid e abbiamo analizzato sul nostro blog le tendenze di questo cluster anche ad inizio 2023 registrando una grande crescita nella domanda dei turisti verso l’offerta di proposte legate alla ruralità e alle aree interne.

Nel frattempo le iniziative di tipo privato ed istituzionale sono aumentate e hanno accrescito la loro efficacia portando, di fatto, il turismo rurale a diventare un pilastro dell’offerta turistica nazionale italiana che sempre di più cerca alternative alle città d’arte, ai grandi laghi e alle aree dolomitiche ormai ingolfate dall’over tourism e dalle sue più che nefaste conseguenze.

Il contesto del turismo rurale è quello che lega in maniera indissolubile le produzioni agricole, i paesi (non solo i borghi, anzi…) e le aree montanee e premontane ai meccanismi di ospitalità ed esperienzialità tipici del mercato turistico. Semplificando un po’, l’immagine di tutto questo, anche se non completa, può essere racchiusa nel termine “agriturismi”, chi di noi non c’è stato a dormire o a mangiare, almeno una volta, in un agriturismo?

E quante volte abbiamo letto o sentito di come gli agriturismi si stanno trasformando, sempre di più, in “macchine da guerra” turistiche abbandonando sempre di più la terra e le produzioni agricole e agropastorali? Non è un mistero, credo, che l’industria dei servizi e del turismo sia spesso più remunerativa di quella primaria della produzione e commercializzazione di prodotti agricoli. Ancora di più se le aziende non si occupano direttamente della trasformazione della materia prima.

Mentre i prezzi dei prodotti agricoli subiscono i meccanismi stritolanti della grande distribuzione e dei prezzi al ribasso, puntare al poco ma buono e autentico è una strategia vincente se correlata alla trasformazione in aziende ospitali e non solo agricole. Nel grafico seguente, estrapolato dal report “Agriturismo e multifunzionalità. Stato dell’arte dell’economia agrituristica in Italia” (che puoi scaricare dalla nostra libreria di risorse gratuite) la curva parla chiaro su quali siano i trend di sviluppo delle aziende agricole multifunzionali (cioè che offrono anche servizi e prodotti non agricoli) in cui la produzione di attività secondarie vale quasi il doppio delle attività agricole.

trend mercato agriturismi servizi secondari

Questo stesso trend, si intende, va tenuto in considerazione anche per la specifica “nicchia” delle cantine produttrici di vino che, sempre di più, aprono i loro spazi al mondo dell’ospitalità.

Qualcuno potrebbe anche dire che non c’è niente di più ospitale che invitare un estraneo o un’estranea a bere un calice di vino in compagnia. Come dargli torto? Il mercato del turismo rurale è un po’ più complesso ma il concetto rimane, chi ama la produzione dei frutti della terra molto spesso ha nelle vene anche quello spirito di ospitalità che molti viaggiatori ricercano e di cui si innamorano quando scoprono nuovi territori e destinazioni.

Dunque, appurato, che il mercato è in crescita e che l’offerta è in trend positivo come la domanda, torniamo al titolo dell’articolo e ci chiediamo: come un’azienda agrituristica può creare un prodotto turistico attraente?

infografica benefici turismo rurale

Come deve essere un prodotto turistico rurale?

Tutti i numeri ci dicono che la domanda di turismo lontano dalle aree urbane è in forte crescita. Per esempio, secondo una recente ricerca, l’80% degli italiani nell’estate 2024 stanno cercando (o hanno prenotato) una meta extra urbana di turismo rurale, questi turisti hanno un’età media matura, tra i 45 e i 65 anni e viaggia tendenzialmente in coppia. Altra indicazione interessante è che pare che ai turisti “rurali” piaccia viaggiare molto in periodi di bassa stagione (50% degli stranieri fanno soggiorni lunghi in ambienti rurali fuori dall’alta stagione, mentre circa il 60% degli italiani prenotano soggiorni brevi in aree rurali in bassa stagione). Sempre secondo questa ricerca il fattore di attrazione principale che porta a scegliere mete rurali è sempre più spesso la possibilità di accedere ad esperienze che si possono vivere nella destinazione come attività escursionistiche, culturali ed enogastronomiche.

L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire delle linee guida per facilitare la creazione di “prodotti turistici rurali” da parte delle aziende del settore che sono fondamentalmente aziende agricole, agrituristiche e vitivinicole. Chi lavora in questi ambiti sa bene quanto la cura della terra e degli animali assorba tutte le energie a disposizione ma, allo stesso tempo, è proprio questa la ricchezza principale da mettere in campo se si vuole espandere il business agricolo in turistico-rurale.

Adottando questo approccio, è facile definire quali sono i pilastri su cui costruire il prodotto turistico rurale:

  • la produzione agricola, nel suo significato più ampio. Dal prodotto agricolo come materia prima o trasformato. Il suo processo di produzione. Il personale che se ne occupa e le storie che hanno alle spalle;
  • l’ambiente e il territorio, le produzioni agricole più sincere hanno sempre un legame molto forte con il territorio in cui nascono e il paesaggio che caratterizza la loro produzione, le abitudini che ne definiscono il consumo;
  • la convivialità e la semplicità, tipiche dei professionisti dell’agricoltura. Chi lavora i frutti della terra, per quanto moderno possa essere, ha sempre un approccio sincero e diretto nel raccontare le proprie produzioni e peculiarità.

Quando parliamo di prodotti turistici possiamo intendere 2 diversi aspetti della questione. Il primo è quello relativo al prodotto di destinazione, quindi un territorio rurale che costruisce un’offerta di tipo turistico. Che sia di filiera o meno, questo approccio coinvolge tanti diversi operatori del territorio che vanno coordinati, integrati e comunicati in maniera coerente ed efficace. Il secondo aspetto è quello che fa più riferimento alla singola impresa agrituristica; parliamo quindi di servizi turistici, con le attività turistiche che sono prodotte e vendute e promosse essenzialmente da imprese private. Dunque il focus in questo secondo caso va rivolto all’interno della singola impresa.

Per ognuno di questi aspetti della questione potrebbero essere aperti dei capitoli specifici sul come si possa creare un prodotto turistico rurale.

Dal nostro portfolio

Email Marketing per agriturismo S. Potente Agriturismo

Chi crea un prodotto turistico rurale?

Semplificando all’osso la questione potremmo dire che, sul piano della destinazione, le sue peculiarità geografiche e il tessuto produttivo agricolo e turistico, messi insieme in un unico processo commerciale e promozionale (distretto turistico? club di prodotto?) basato sulle produzioni locali (facendo magari leva sulle certificazioni d’eccellenza dei prodotti locali) possono sviluppare prodotto turistico rurale.

Quando invece ci riferiamo alle singole imprese che vogliono sviluppare attività secondarie rispetto alle produzioni agricole è necessario lavorare sia sugli aspetti infrastrutturali (l’azienda deve avere degli spazi adeguati a fornire ospitalità per attività turistiche) sia sugli aspetti organizzativi (è necessario che l’azienda possa contare su delle persone che si occupano dei servizi turistici in maniera esclusiva o, almeno, preponderante per evitare di sovraccaricare il lavoro delle persone e di fatto minimizzare l’impegno sul fronte dell’ospitalità) che, infine, sull’approccio umano (è fondamentale avere il desiderio e la propensione all’ospitalità, al racconto e al coinvolgimento perché quando si fanno esperienze di turismo rurale non c’è niente di più bello che conoscere le storie delle persone e farne parte anche se solo per qualche decina di minuti).

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3 concetti chiave per fare turismo in aree rurali: autenticità, identità, sostenibilità ambientale

Con il nostro blog non intendiamo sostituirci a nessuno. Sappiamo bene quanti gestori, imprenditori agricoli, enologi e produttori bravissimi ci sono in giro e se stai leggendo qui sei sicuramente uno di questi. Il nostro obiettivo qui è suggerire degli spunti per non perdere un treno importante per la tua azienda agricola e turistica. Per creare la tua offerta turistica o agri-turistica potrai affidarti ad un’agenzia di esperti come noi, oppure fare in maniera indipendente. Ma ti invitiamo a tenere sempre a mente i tre principi su cui dovrebbe basarsi un prodotto turistico rurale attuale, di qualità e di sicuro interesse per il mercato.

Il prodotto turistico rurale deve basarsi sull’autenticità e sulla qualità

Il mondo agricolo è fondamentalmente ospitale per natura. Quindi nel DNA agriturismi e cantine hanno già buona parte di quello che serve per creare un prodotto turistico di qualità che funziona. Un altro aspetto su cui sembra che ci sia spesso poca attenzione e l’autenticità delle produzioni. Capita spesso parlando con amici e conoscenti di sentire storie di agriturismi dove nella ristorazione non vengono serviti prodotti dell’azienda agricola. A volte, purtroppo, ci si trova davanti a prodotti scadenti o ambizioni culinarie che non recano giustizia all’ambiente in cui ci si trova. Lo stesso può dirsi per l’aspetto della ricettività di queste aziende. Troppo spesso la sufficienza con cui vengono allestiti e arredati gli spazi privati e comuni della struttura non rendono giustizia alle enormi potenzialità dell’azienda. Elementi grossolani, recuperati senza nessuna attenzione e senza nessun legame con la realtà agricola in cui ci si trova forse fanno risparmiare, ma non aggiungono valore alla proposta turistica.

Ecco, questo è quello che bisognerebbe evitare. Un buon prodotto turistico rurale deve più della metà del suo successo alla sua autenticità, al legame diretto con la produzione dell’azienda e del territorio, così come alle storie che stanno dietro la famiglia che ha fondato l’azienda agricola (la stragrande maggioranza di queste aziende sono di tipo familiare). Dunque mettere in evidenza le proprie produzioni di qualità, portarle in cucina (nonostante questo possa portare a lavorare con numeri più piccoli), portarle sulla tavola, renderle protagoniste di “experience” e attività proposte agli ospiti. Trovare gli elementi caratterizzanti la vita di tutti i giorni di un’azienda agricola per trasformarli in elementi di unicità e ospitalità senza eguali.

I prodotti turistici rurali devono fare leva sull’identità locale

Il turismo rurale è un piacevole invito a dedicare del tempo per conoscere territori marginali curiosando nelle aree di prossimità in maniera lenta e attenta. Un invito a muoversi con lentezza alla scoperta di luoghi e persone che solitamente non fanno notizia e non sono presenti nei grandi cataloghi degli operatori turistici più blasonati. Eppure, è in questi paesi, campagne, colline e montagne che si trovano gran parte delle eccellenze agricole che fanno dell’Italia uno dei paesi più conosciuti al mondo per la bontà del suo cibo.

Questi elementi qualitativi delle produzioni locali non sono mai avulsi dal contesto in cui si trovano, anzi si nutrono di tradizioni, legami comunitari, modi di fare che si tramandano da generazioni all’interno di nuclei familiari sempre più falcidiati dall’emigrazione e dallo spopolamento.

Dunque, fare turismo rurale per aziende come agriturismi e aziende vitivinicole vuol dire anche rinsaldare i legami con la propria identità locale, esaltandone gli elementi più autentici e identitari. Paesaggi mozzafiato si trovano in ogni parte del mondo, un’identità specifica invece è presente solo nel luogo dove è nata ed è parte integrante di una comunità che ne alimenta la presenza in questo mondo.

Dunque, per le aziende private che vogliono fare turismo di qualità in questi contesti è fondamentale fare leva sui prodotti agricoli della tradizione. Sugli strumenti e le abitudini di lavoro, sui momenti di festa della comunità, sulle storie delle persone e del territorio che rimangono nella memoria di tutti.

Infine, l’altro elemento importante è che l’ospitalità rurale deve far leva sul coinvolgimento e sulla partecipazione dei propri ospiti alla vita della comunità. In nessun altra situazione come nei contesti rurali il turista è un residente temporaneo. Un cittadino, cioè, che ha molti degli stessi bisogni dei residenti e dunque chi fa turismo rurale dovrebbe avere il compito di immergere in maniera attiva e partecipativa i visitatori nell’identità locale condividendone gli elementi caratterizzanti e le abitudini quotidiane, oltre che le esperienze più significative.

Il turismo rurale deve essere eco-sostenibile

La sostenibilità ambientale è un tema chiave non solo del turismo rurale ma di ogni civiltà che vive questo millennio. Sappiamo bene che le conseguenze negative del riscaldamento climatico impattano su ogni aspetto della nostra vita. Così, nel nostro “piccolo” di professionisti del marketing turistico non possiamo fare a meno di considerare l’importanza di imprimere una forte e decisa virata verso l’eco-sostenibilità di tutto il settore. Sappiamo bene che la domanda di prodotti e servizi turistici sostenibili è in continua ascesa in tutto il mondo, per rimanere nei nostri confini sappiamo che il 92% dei viaggiatori italiani sono interessati ai temi della sostenibilità quando prenotano un viaggio.

Da questo punto di vista agriturismi e cantine – principali operatori dell’offerta turistica rurale – sono sicuramente già instradati sulla via di una sostenibilità “naturale” del proprio prodotto turistico anche se lavorare in campagna o in aree rurali non vuol dire di per se essere eco-sostenibili. È necessario che la ricettività sia seriamente orientata alla sostenibilità attraverso la riduzione dei consumi e della sua impronta ecologica; grande importanza hanno anche la riduzione e la gestione corretta dei rifiuti, l’attenzione verso il consumo dell’acqua e la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che NON deturpi il paesaggio. Per quanto riguarda, le strutture e le proposte esperienziali in generale è fondamentale sostenere con i fatti le culture locali, trasporti lenti e l’economia del territorio attraverso la valorizzazione di produzioni agricole (non per forza dell’azienda che offre il prodotto turistico) e artigianali a km0 e legate alle tradizioni locali più autentiche. Lo stesso vale per le aziende rurali che propongono ai visitatori servizi di ristorazione.

Altro punto all’ordine del giorno per rendere eco-sostenibile il prodotto turistico rurale è quello legato alla formazione, o meglio all’educazione ambientale che dovrebbe coinvolgere i viaggiatori in un percorso di “trasformazione”, responsabilità e di crescita di consapevolezza verso la delicatezza dei paesaggi naturali e la loro biodiversità, magari alimentando legami internazionali legati al rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione delle specificità locali.

Le opportunità di mercato esistono e sono molto concrete perché la domanda di viaggi sostenibili è in crescita da tempo ed è sempre più attuale. Dunque come sottolinea anche Roberta Garibaldi è necessario che le aziende dell’enogastronomia e dei territori rurali si attivino per sviluppare percorsi di consapevolezza interna con una migliore comunicazione delle proprie azioni in direzione della riduzione del proprio impatto ambientale.

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Il progetto Gente in Viaggio (2.0) è realizzato con il contributo della Regione autonoma della Sardegna e del POR FESR 2014 – 2020.