Dimmi che social usi e ti dirò come scrivere degli ottimi testi

Ti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di aver avuto a che fare con i social network.

Oggi pubblicare stati su Facebook, scrivere tweet su Twitter o condividere contenuti su LinkedIn risulta automatico e immediato: pensi a qualcosa di divertente? Lo condividi con gli amici. Hai avuto una giornata stancante e sei giù di morale, oppure vuoi mostrare qualcosa che per te ha un grande significato? Dirlo ai tuoi contatti è la prima cosa che fai perché è piacevole, è come iniziare una conversazione fra conoscenti.

Se però è vero che per quanto riguarda la sfera privata questa presenza è sempre facoltativa, non si può più dire lo stesso se si ha un’attività di qualunque genere, insomma: essere presenti sul web può fare la differenza.

Per gli operatori turistici e il turismo, in particolare, i social possono essere un valido strumento per ispirare i tuoi potenziali clienti, informarli e creare engagement, ovvero coinvolgerli.

Ecco quindi che quando si parla di business e marketing tutto si fa appena più complicato ma non temere: è solo questione di dimestichezza!

Pubblicizzare un proprio prodotto può sembrare immediato, in realtà ci sono alcuni aspetti di stile e lunghezza da tenere a mente, questo perché quando si tratta di navigare sul web il tuo pubblico di potenziali clienti ha a che fare con centinaia di contenuti diversi, quindi distribuirà il proprio tempo fra questi e quello che sta facendo “offline”.

Si parla quindi di qualche secondo per ogni post visualizzato.

Uno studio del 2016 di Statistic Brain rivela che oggi l’utente del web dedica ai contenuti mediamente 8 secondi, durante i quali stabilisce se valga la pena continuare a leggere quel contenuto che sta visualizzando oppure proseguire oltre utilizzando diversamente il suo prezioso – e poco- tempo.
In questa guida ci concentreremo proprio su questo aspetto: come creare dei contenuti testuali in grado di conquistare l’attenzione dei tuoi utenti in quei preziosissimi 8 secondi.

Social Network: a ognuno la sua lunghezza

Voglio prendere in esame i “grandi” del mondo dei social network: Facebook, Twitter, LinkedIn e Google Plus: ognuna di queste piattaforme è pensata per tipi di comunicazione diversi e per un pubblico diverso. Accenneremo brevemente a Instagram, un social network molto utilizzato nel turismo il cui focus sono però i contenuti visivi.

Un concetto che mi piace ricordare è che prima di inserire la tua attività o il tuo profilo professionale su un determinato social, la cosa migliore che puoi fare è avviare un piccolo studio di mercato per capire quali canali il tuo pubblico frequenti. Se ad esempio sei un artigiano e vuoi vendere e pubblicizzare i tuoi prodotti, forse Instagram e Facebook sono mezzi migliori di quanto non possano esserlo LinkedIn o Twitter.

Ecco quindi le misure massime e quelle consigliate per ognuno di questi colossi.

  • Facebook: la lunghezza massima per un post di Facebook è di 63206 caratteri: ci si potrebbe scrivere un romanzo! Quello che ti consiglio di fare però è di totalizzare un massimo compreso fra i 40 e gli 80 caratteri: come scrive Jeff Bullas nel suo blog, i post da 80 o meno caratteri ricevono ben il 66% di engagement in più.
  • Twitter: la questione riguardo questo social è più complessa: proprio in questi mesi infatti Twitter ha voluto testare l’incremento dei caratteri massimi per post, portandolo da 140 a 280. Sebbene l’aggiornamento sia stato fatto per lo più per agevolare i linguaggi come il giapponese, che richiedono molti più caratteri per esprimere una semplice frase, è comunque una modifica che influenzerà il modo di comunicare su questa piattaforma. Per il momento consiglio comunque di attenerti a circa 100 caratteri.
  • LinkedIn: ho già preso in esame alcuni aspetti di questo social, ma non avevo ancora accennato alla lunghezza ideale dei post. Dal momento che LinkedIn riunisce persone interessate a scambiare pareri e conoscenze professionali, i post lunghi (ad esempio articoli e guide) sono più apprezzati perché utili e informativi. Pubblicando contenuti intorno alle 2000 parole avrai un tasso di engagement maggiore.
  • Google Plus: è forse il meno conosciuto fra i social, ma se lo si utilizza al meglio ci si può costruire una rete business coi fiocchi, trascurarlo invece può risultare fatale. Sto parlando nello specifico di Google my Business, ideale per dare una mano alle piccole aziende e realtà turistiche, che consente di condividere informazioni e contenuti con gli utenti. La lunghezza massima consentita per un post qui arriva a 1500 caratteri, quella da me consigliata è 150-300.
  • Instagram: molto amato nel settore travel per la sua carica ispirazionale, la piattaforma per lo sharing di foto non sembra dare molto peso al testo, Tuttavia ecco qualche accorgimento. È preferibile limitare a 150 il numero dei caratteri per la descrizione in bio mentre gli hashtag nei post possono essere fino a 30. Poiché i testi dei post vengono tagliati dopo tre righe nei feed, sarebbe meglio non superare i 125 caratteri. Tttavia se quello che dovete dire è importante, scrivetelo.

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Parliamo di stile: il tipo di scrittura per ogni social network

Usare la giusta quantità di caratteri e contenuti di qualità sono sicuramente solide basi per produrre contenuti di successo, ma sapere anche come proporli al proprio pubblico è un elemento più che necessario.

Di cosa sto parlando? Come ho scritto sopra, ci sono tipologie di contenuti più adatte ad una piattaforma rispetto ad un’altra, il consiglio che ti do quindi è di saper trovare e poi sfruttare al meglio il contesto nel quale vuoi fare pubblicità alla tua attività.

Così se su Facebook sarà possibile comunicare coi tuoi clienti in modo più amichevole, su LinkedIn dovrai mantenere dei toni più formali, mentre su Twitter la cosa più importante sarà riuscire a conciliare in 140 (o 280) caratteri personalità e messaggio. Prima di tutto ti consiglio di capire con che tono vuoi rivolgerti alla tua community: vuoi essere più amichevole o più formale? Questo dipenderà sia dal tuo settore che dal tuo pubblico.

Su Facebook mostra da subito il “punto forte” del prodotto che vuoi pubblicizzare, crea un post nel quale le primissime parole sono quelle fondamentali, avvalorale se vuoi con pochi ma accurati dati, accompagnale con una o due immagini (Canvas è il mezzo migliore per fare questo).

Utilizzare testi troppo lunghi significa osare: puoi provare a farlo, ma ricordati sempre di tenere conto di alcune semplici regole di scrittura per il web. Se vuoi utilizzare qualche emoticon puoi farlo, ma anche in questo caso la moderazione e la posizione nel testo è essenziale: è preferibile non inserirle fra le parole e in misura eccessiva.

Scrivere su Twitter è un’impresa, lo ammetto! Come fare a pubblicizzarsi, avere personalità ed essere convincenti in quelle pochissime parole?

Twittare può risultare un’azione automatica e formale (puoi decidere di pubblicare semplicemente un link o un tuo contenuto), oppure si può arricchire il tutto con una propria opinione o un contesto: l’ultima opzione renderà l’esperienza piacevole per chi li legge, spingendo il tuo pubblico a seguirti con maggior interesse e instaurando con questo un dialogo.

Infine, il vero nemico dei tweet è spesso il link che gli si aggiunge, molte volte troppo lungo, in questo caso ti consiglio di usare Bitly: ti basterà inserire il link che vuoi condividere e il sito lo accorcerà per te!
Per quanto riguarda LinkedIn e Google my Business i consigli che ti do sono molto simili.
Mantieni toni cordiali e coinvolgenti ma più seri, ricorda inoltre che l’anteprima del tuo articolo su my Business consisterà in un totale di 80 caratteri (quelli che appariranno sul motore di ricerca), quindi è essenziale essere espressivi e immediati.

Ti puoi avvalere di una bella immagine o utilizzare parole chiave per ottimizzare il testo, utilizza con parsimonia offerte, punti esclamativi o numeri perchè il troppo confonde e indispone l’utente: un tono più sereno e una call to action chiara e intrigante saranno le tue chiavi per il successo.

Post sui social: È tutta una questione di titolo

Questo posso assicurartelo: è tramite il titolo del tuo post che convinci l’utente a leggere, comprare, iscriversi o effettuare qualunque tipo di conversione tu voglia ottenere.

Ecco alcuni veloci consigli per ottimizzare i titoli dei tuoi post su tutti i social:

  • Un titolo efficace non deve mai essere fuorviante: se prometti un beneficio nel titolo del tuo post, fai in modo che l’utente che ha cliccato sull’anteprima e si appresta a leggerti venga giustamente ricompensato. Non avere paura di offrire piccole cose, posso assicurarti che saranno comunque gradite!
  • Non scrivere titoli troppo lunghi: basta che esprimi il concetto in una sola frase, i particolari puoi lasciarli al testo vero e proprio.
  • Coinvolgi il lettore: scrivi il titolo pensando alle necessità dei tuoi lettori, rivolgiti a loro facendogli capire che pensi ai loro bisogni. Ad esempio è molto più efficace (e piacevole da leggere) scrivere “Landing page: come ottimizzare i testi della pagina delle tue offerte speciali” piuttosto che “Come ottimizzare i testi di una landing page”.

Gli hashtag e i social: amici o nemici?

Nel trattare questo argomento lascerò ovviamente da parte LinkedIn e Google my Business per concentrarmi  sulle piattaforme dove questi strumenti risultano più adeguati, ovvero Facebook e Twitter.
Come ogni cosa, anche gli hashtag se usati con moderazione possono rivelarsi strumenti immensamente utili.

Ti faccio un esempio: in una campagna pubblicitaria che coinvolge un influencer o che utilizza un sistema di competizione fra gli utenti o mira a lanciare un certo trend, un hashtag ad hoc per quella determinata occasione può permetterti di tenere traccia, nel corso dei giorni, dell’engagement online e di conseguenza del numero di persone raggiunte.

guida hashtag social

Per ogni social tuttavia c’è un numero diverso di tag da utilizzare e questo perché, anche se simili fra loro, ogni piattaforma prevede un metodo di comunicazione diverso. Ecco alcuni dati risalenti a quest’anno che Sprout Social ha reso noti proprio su questo argomento in un post sul loro blog.

A quanto pare dunque tra Facebook e Twitter il massimo consentito si aggira sempre fra 2 e 3 hashtags, provare ad utilizzarne in numero maggiore comporta il rischio di arricchire in modo eccessivo il proprio post, togliendo caratteri preziosi ad altri contenuti probabilmente più efficaci.

Se quindi sei un assiduo utilizzatore di questi piccoli aiutanti, un utile strumento per tenerli sotto controllo è senza dubbio Hashtagify, personalmente lo apprezzo per l’abbondanza di dati e suggerimenti che ti da, aiutandoti fra l’altro a decidere quale sia il migliore per un determinato argomento.

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Quando pubblicare? Le tempistiche contano

L’ultimo argomento che voglio trattare è quello delle tempistiche: qual’è l’orario di pubblicazione più efficace per i tuoi post?

La verità è che non c’è un orario standard, dipende sia dal tuo pubblico che da molti altri fattori, quello che quindi ti suggerisco è di fare delle prove ed aiutarti con strumenti di analisi per capire in quali giorni e orari si può notare un coinvolgimento maggiore verso i contenuti che pubblichi.

Ecco alcuni utili strumenti per analizzare il tuo traffico:

  • Google Analytics: è un ottimo analizzatore di siti web made in Google, pratico e gratuito.
  • Twitter Analytics: è lo strumento che Twitter mette gratuitamente a disposizione dei propri utenti, permette di monitorare interazioni, commenti, efficacia dei tweet e degli hashtag e molto altro.
  • Facebook Analytics: parimenti allo strumento di Twitter analizza le informazioni relative alle interazioni sul social e crea dei report piuttosto accurati.

Per quanto riguarda LinkedIn e Google my Business, i report delle attività riguardanti i tuoi utenti si possono trovare comodamente nella stessa pagina aziendale, un aspetto molto pratico che permette di evitare l’installazione di plugin o strumenti simili e vedere i risultati nell’immediato.

Hai dubbi, domande o curiosità? Chiedici pure tra i commenti 😉

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Il progetto Gente in Viaggio (2.0) è realizzato con il contributo della Regione autonoma della Sardegna e del POR FESR 2014 – 2020.