Guide turistiche e storytelling digitale, una nuova esperienza a Mamoiada (Sardegna)
Si è conclusa da qualche giorno la seconda edizione dei corsi di storytelling e sharing economy per le guide turistiche ed ambientali escursionistiche. Ancora una volta, a fare da sfondo alla formazione delle nostre guide, Mamoiada, un paesino della barbagia a nord del massiccio del Gennargentu, celebre per i Mamuthones, l’ottimo vino e le tradizioni artigiane che si sprecano. Prima d’ora non avevo mai avuto modo di visitarlo, quindi per me è stata una grande occasione; in più Alessio, chiedendomi di supportarlo in questo progetto, mi ha dato la possibilità di partecipare per la prima volta ad uno dei corsi di formazione per le guide: un ottimo pretesto per imparare nuove cose e approcciare un settore per me semisconosciuto, fatto di ambasciatori del territorio vogliosi di promuovere le bellezze di quest’isola.
Il primo talento delle guide: la curiosità
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Venerdì mattina, dopo i caffè di rito, in un’aula del Centro sociale di Mamoiada, 10 guide provenienti da tutte le zone della Sardegna hanno preso posto per iniziare la formazione. Durante le presentazioni è stato subito chiaro si trattasse di un gruppo eterogeneo e decisamente interessante: molti di loro hanno di recente cambiato vita, lasciando la sicurezza di un lavoro certo per inseguire l’amore di Sardegna e diventare guide, altri, da sempre appassionati di promozione del territorio, hanno deciso di ampliare le loro conoscenze sul marketing digitale, “perché in questo mondo non si smette mai di imparare”.
Alessio, ha dato così il via alla sua lezione, dando loro una serie di preziose nozioni sulla sharing economy e sul digital marketing, uno strumento imprescindibile per gli ambasciatori del territorio di oggi. Come avevo anticipato, le guide sono molto curiose, e i nostri partecipanti hanno manifestato il loro desiderio di conoscenza con tante domande, rendendo le lezioni piacevoli ed interattive.
Squadra che vince non si cambia!
Anche per questa edizione, è stata vitale la collaborazione con Méskes, società turistica tutta al femminile nata a Mamoiada e operante in tutto il territorio isolano, in particolare nel centro della Sardegna. Le padrone di casa Cinzia, Manuela e Alice, oltre ad essere state fondamentali nella parte di organizzazione logistica, ci hanno fatto vivere un’esperienza che io (ma credo tutti i partecipanti) difficilmente dimenticherò: la Mamoiada Experience, una preziosa occasione di contatto diretto con la comunità locale.
Di questa ricca passeggiata, ne parlerò nel prossimo paragrafo. Adesso vorrei spendere due parole nei confronti di Roberta, l’altra docente che ha reso possibile la realizzazione del corso. Roberta è una guida turistica e storica dell’arte, nonché fondatrice di Me and Sardinia, un progetto turistico che mira a far riscoprire le bellezze del territorio attraverso degli itinerari intriganti e curiosi. Il venerdì pomeriggio, dopo il pranzo rigorosamente barbaricino, innaffiato dall’ottimo Cannonau locale, le aspettative sull’attenzione degli alunni erano basse. E invece no! Roberta, con la sua bravura e professionalità, è stata in grado di tenere alta l’attenzione delle guide, che anche in questo caso sono intervenute attivamente per condividere dubbi, consigli e aneddoti della loro professione.
La #MamoiadaExperience
La mattina di sabato è stato il turno di Cinzia, con la visita guidata nella sua Mamoiada. Qui le nostre guide si sono messe dall’altra parte dell’obiettivo, immedesimandosi nel ruolo di visitatori e visitatrici. I protagonisti della nostra passeggiata sono stati gli artigiani, il cuore pulsante del paese, che combinando le tecniche antiche con visioni moderne e sono capaci di realizzare capolavori unici e autentici, che raccontano il forte valore identitario di questo centro.
Dopo una ricca introduzione, Cinzia ci ha portato nella Pasticceria Cardenia. Qui ci attendevano Luciana e le sue figlie con la colazione mamoiadina, tipica dei giorni di festa: il caffè di mandorle e i “pistoccos”, l’unico dolce del paese che non si fa in casa, ma solo in pasticceria a causa della difficoltà di preparazione. Ad addolcire la nostra visita le caschettas, (così belle che mangiarle è un peccato), il gattò di mandorle e il pabassinu nieddu.
Dopo aver fatto scorta di zuccheri, Cinzia ci ha fatto strada per raggiungere il laboratorio di Paolo Pinna, il coltellinaio. Qui, l’intero gruppo è stato completamente stregato dal carisma dell’artigiano, che è stato bravissimo a comunicarci la sua filosofia, avvalendosi di una grande capacità di ciò che noi, professionisti della comunicazione, chiamiamo storytelling. Paolo, quando abbiamo varcato la soglia della sua piccola bottega, era intento a terminare uno dei suoi capolavori: sa Resorja. Queste opere d’arte, come ogni creazione artigiana, hanno la prerogativa di essere uniche e una diversa dall’altra, ma accomunate dallo stesso comune denominatore: la passione di chi le ha realizzate. Il fabbro, come ci ha detto lo stesso Paolo, “è capace di trasformare un materiale crudo in un oggetto gentile, che trasmette l’anima di chi lo realizzato”. Per concludere in bellezza la nostra visita, il coltellinaio ci ha portato nella sua piccola cantina, dove ci ha offerto uno (o forse due) bicchieri del suo Cannonau in purezza.

Ultima tappa della nostra passeggiata, la bottega del mascheraio Ruggero Mameli. Questo artigiano, da 30 anni mette al mondo le affascinanti maschere della tradizione mamoiadina: quella del Mamuthone, simbolo dell’inverno e della carestia, dai tratti austeri e il colore nero, e quella dell’Issohadore, metafora della primavera e della ricchezza, dall’espressione serena e i colori chiari, entrambe protagoniste del noto Carnevale di Mamoiada. Il signor Ruggero, un vero e proprio “Maestro delle Maschere”, è forte di una grande passione che gli fa muovere le mani sui ceppi di legno, trasformandoli in preziosi manufatti; suo figlio Daniele lo affianca in questo nobile lavoro, custodendo religiosamente i precetti del mestiere, che vorrà a sua volta tramandare ai suoi figli.
Un’occasione di contatto
Il Corso di Storytelling e Sharing Economy per guide turistiche ed ambientali escursionistiche, oltre ad essere un’importante opportunità di formazione, crea occasioni di confronto e di contatto. Durante queste due giornate di formazione, le nostre guide si sono raffrontate su diversi aspetti della loro professione, traendo vicendevolmente nuovi spunti ed ispirazioni. Chi è entrato di recente in questo mondo ha ascoltato con curiosità gli aneddoti di chi da tanti anni fa questo mestiere, e viceversa, i più esperti hanno prestato attenzione alle fresche idee dei più giovani. Alla Sardegna si rimprovera spesso di essere una regione individualista, dove di rado si riesce a fare sistema; uno dei nostri obiettivi è proprio questo: creare i presupposti e gettare le basi per la nascita di collaborazioni future, che abbiano lo scopo di trasmettere a gran voce l’identità di un’isola che ha tanto da raccontare. Anche noi, come Fare Digital Media, abbiamo il piacere di tenerci in contatto con questo bel gruppo appena formatosi, condividendo con loro novità e ulteriori occasioni di formazione.
D’altro canto, io, mi sento di ringraziare i partecipanti, uno ad uno, per essere stati un modello esemplare di chi fa il proprio lavoro con passione ed instancabile curiosità.